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agosto 21, 2008

Pechino, day 13. L’ha rifatto ancora, il lampo giamaicano. Oro e record olimpico sui 200 metri, togliendo il nome di quell’altezzoso antipatico di Michael Johnson dalla cima del mondo La storia dice che il ragazzo neanche si allena. E’ nato cosi’, ha sempre corso veloce, sul prato della sua high school, sulle piste di atletica dei primi meeting in giro per il mondo. Non si deve neanche allenare. E’ cosi’ e basta. Poi c’e’ la biografia non autorizzata che dice che Bolt sia il primo caso di doping genetico. A quindici anni si e’ fatto male. Nessuno lo ha piu’ visto per due anni. Quando e’ tornato, era un siluro. Infine c’e’ l’interpretazione cinica: si dopa come un mulo. Come tutti gli altri. Meglio di tutti gli altri…

Kasko

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2 commenti
  1. anonimo permalink

    ma l’hai cantato l’Inno do Mameli bel nido, kasko?

  2. HappyCactus permalink

    Speriamo sia pulito: è triste dirlo, ma il doping senz’altro ha cancellato molti sogni sportivi. Anzi: il solo dire “Speriamo sia pulito” indica che, in fondo, qualcosa della poesia dello sport è stata ormai irreparabilmente sverginata.

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